Sopra le nuvole è un reportage fotografico di Luca Matassoni, giovane fotografo roveretano, incentrato sui due elementi che caratterizzano la “vita” del bivacco: la costruzione fisica e le storie delle persone che decidono di frequentarlo.

“Attraverso la documentazione fotografica ho cercato di indagare il rapporto tra la struttura del bivacco e il territorio circostante, in relazione alla presenza dell’uomo in montagna. Il titolo del progetto deriva dallo stato d’animo che accompagna le mie escursioni in montagna e le notti passate in bivacco, immerse nel silenzio delle cime e lontane dall’ordinarietà della vita quotidiana.”
Luca Matassoni

L’idea di questo progetto nasce dalla passione per la montagna e dall’esigenza di raccontare la realtà dei bivacchi in tutte le sue sfaccettature. Era l’estate del 2015 quando io ed altri quattro ragazzi, tutti ancora molto giovani e inesperti, passammo la nostra prima notte in bivacco, nel
Bivacco della Madonnina sulla Vigolana, raggiunto dopo aver affrontato mille complessità. Penso che quell’esperienza ci abbia segnati tutti nel profondo: non dimenticherò mai quel clima di solidarietà e spensieratezza condivisa.
In seguito, queste emozioni mi hanno spinto a considerare l’esperienza in montagna sempre all’interno di un contesto di condivisione. Ecco perché il reportage fotografico si concentra sia sulle persone con cui io frequento abitualmente la montagna, sia su quelle che incontro durante le escursioni e ho modo di conoscere. L’altro oggetto della documentazione sono i luoghi dove avvengono questi incontri: i bivacchi.

La povertà della struttura, che in questo caso è un pregio, permette ai camminatori di adattare immediatamente lo spazio alle proprie esigenze e di abitarlo, sentendosi fin da subito a casa.
I bivacchi sono come dei contenitori che vengono riempiti dalle persone, dai loro oggetti e dalle loro storie. Le tracce delle persone possono essere individuate nel libro-firme, ma anche negli oggetti che lasciano prima di partire, nelle scritte che incidono nel legno, nelle memorie che decidono di affidare al bivacco. Tra le mura dei bivacchi ho ritrovato l’idea di comunità e la logica del dono, dei concetti sempre più rari nella società attuale.

È dunque fondamentale avere cura di questi luoghi e preservare la struttura dei bivacchi: non solo come architettura del paesaggio alpino, ma anche come rifugio per i camminatori, luogo di incontro, scambio e convivialità. Il lavoro prezioso dei soci e volontari della SAT, e non solo, rende possibile il mantenimento dei bivacchi, dando l’opportunità a tutti gli escursionisti di vivere un’esperienza autentica in montagna. Ci tengo infine a ricordare – non è mai superfluo – l’importanza di un corretto comportamento all’interno dei bivacchi, che, essendo strutture comuni, vanno rispettati e lasciati, se possibile, un po’ meglio di come li abbiamo trovati.


I bivacchi raccontati sono:
Pra Castron, Bivacco “C. Costanzi”  (di proprietà della SAT)
Sinel, “G. Pedrinolla”  (di proprietà della SAT)
– Biovacco Bailoni (proprietà del Comune Altopiano della Vigolana, in gestione alla Sezione SAT Bindesi Villazzano)
– Bivacco Busa delle Dodese (di proprietà del Comune di Borgo Valsugana in gestione alla Sezione SAT di Borgo Valsugana)


Testo e foto di Luca Matassoni
Un ringraziamento speciale dell’autore va a Marco, Nicola e Samuele, fidati compagni d’avventure.

Per vedere tutte le fotografie e sapere di più sul progetto, visita: https://lucamatassoni.it/sopra-le-nuvole