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Catasto

Numero Lunghezza (m) Lunghezza attrezzature (m)
SA (Sentieri Alpini) 880 4.490.200 412
SAA (Sentieri Alpini Attrezzati) 121 789.530 8.232
VF (Vie ferrate) 71 332.930 20.611
Totale 1.072 5.612.660 29.255

Riepilogo catasto sentieri SAT al 31/12/2022

La pianificazione delle reti sentieristiche si completa con le opere sul campo e con la realizzazione del CATASTO DEI SENTIERI, fondamentale mezzo per archiviare, conoscere e organizzare le informazioni e i dati tecnici associati ai sentieri.

Qui sotto si possono scaricare:

Tutti i sentieri SAT

31/12/2022

Sentieri
Alpini

31/12/2022

Sentieri
attrezzati

31/12/2022

Vie
ferrate

31/12/2022

Elenco settori

Qui si possono consultare le schede descrittive aggiornate dei sentieri:
sentieri.sat.tn.it/webapps/schede-sentieri

Settori a EST del Fiume Adige

  1. Monti Lessini – Piccole Dolomiti – Pasubio- Finónchio  (itinerari 100/199)
  2. Altopiano Lavarone – Vézzena – Cima Dodici (itinerari 200/299)
  3. Lagorai – Cima d’Asta (itinerari 300/399)
  4. Vigolana – Marzòla – Calisio – Monti di Cembra (itinerari 400/499)
  5. Cornacci – Latemar – Catinaccio – Sassolungo (itinerari 500/599)
  6. Sella – Marmolada – Colac – Buffaure – Monzoni Bocche (itinerari 600/699)
  7. Pale di San Martino – Cimonega – Le Vette Feltrine (itinerari 700/799)

Settori a OVEST del Fiume Adige

  1. Cevedale – Le Maddalene (itinerari 100/199)
  2. Adamello – Presenella (itinerari 200/299)
  3. Dolomini di Brenta (itinerari 300/399)
  4. Alpi di Ledro – Brento/Casale (itinerari 400/499)
  5. Macaión – Pénegal – Roen – cime di Vigo (itinerari 500/599)
  6. Paganella – Bondone/Stivo – Monte Baldo (itinerari 600/699)

Suddivisione del Trentino in aree e settori utilizzata dalla SAT
fin dal 1933 per pianificare la numerazione dei sentieri

La storia

IL PIANO REGOLATRE DEI SENTIERI E SEGNAVIA SAT

Fin dalla sua costituzione la SAT si è impegnata, in base alle esigenze locali e ai momenti, a recuperare vecchi sentieri, a tracciarne di nuovi dove prima non ne esistevano, facilitando così il cammino dei primi alpinisti.
Accanto ai lavori di tracciatura e di sistemazione del fondo dei sentieri si posero anche dei segnali colorati lungo i vari itinerari, tali da renderli più facilmente individuabili agli occhi di chi non conosceva quei luoghi.
La segnaletica dei sentieri non era frutto di un’iniziativa organica e ogni località predispose un proprio tipo di segnaletica usando colori diversi e tabelle direzionali di varia fattura.

Nel 1932 GIOVANNI STROBELE (nella foto a fianco), attivo segretario amministrativo della SAT, che avvertì l’esigenza di pianificare gli interventi per coordinare meglio gli sforzi, concepì, con la collaborazione di un’attiva commissione sentieri (formata dallo stesso Strobele, Antonio Trettel, Carlo Colò, Adolfo Castelli, Emilio Filati, Alfredo Volpi, Oscar Dallabrida e dal presidente Vittorio Emanuele Fabbro) un piano organico a livello provinciale per l’individuazione e la numerazione degli itinerarii che interessavano gli alpinisti. Il progetto, concepito con notevole lungimiranza, venne poi approvato dal CAI nel Congresso nazionale dei soci tenuto a Cortina d’Ampezzo nel 1933.

Nasceva così il “Piano regolatore dei sentieri e segnavia della SAT” (detto anche “Piano Strobele”) la cui realizzazione fu awiata nel 1946/47.
Esso suddivide il territorio della provincia di Trento in due grandi aree pressoché equivalenti, separate longitudinalmente dal Fiume Adige:
Trentino occidentale e Trentino orientale.

A loro volta sono ripartite in zone o settori corrispondenti a gruppi montuosi omogenei, che per la parte occidentale sono 6 e per quella orientale 7, delimitate dai fondovalle e dai confini provinciali.
Per l’individuazione dei percorsi ogni sentiero porta un numero di tre cifre, la prima delle quali, indica la zona e le altre due da 00 a 99, il sentiero stesso. All’assegnazione numerale dei sentieri si combinò quello della segnaletica uniformata nella simbologia e nei colori. Questo criterio si tentò di estenderlo però con scarsi risultati anche ai versanti dei gruppi montuosi di competenza delle province attigue.
Infatti solo una parte dei sentieri collegati alla provincia di Bolzano (Val d’Ultimo, costiera della Val di Non/Oltradige, Sassolungo, Val Gardena e Val Badia), in parte a quella di Belluno (Gruppo Marmolada e Pale di S. Martino) e sul Baldo veronese, portano una numerazione raccordata con quella del Piano SAT.
Altrove, ad esempio, sul versante meridionale della Catena delle Vette Feltrine, della catena Cima Dodici/Ortigara, del Pasubio, delle Piccole Dolomiti, seppure la numerazione dei sentieri sia a tre cifre, la continuità nella pianificazione è venuta meno, creando una situazione di scollegamento evidenziata sul terreno e nella cartografia turistica. Oltremodo carente risulta tuttora l’integrazione con la rete sentieristica della provincia di Brescia.