Il saturimetro (anche : pulsossimetro) è uno strumento che, tramite un sensore a raggi infrarossi, misura la percentuale di saturazione in ossigeno dell’emoglobina (SpO2 o SaO2). Una volta riservato agli ambienti sanitari, si va sempre più diffondendo tra la popolazione, in particolare dall’inizio dell’epidemia da COVID 19. Si trovano oggi strumenti abbastanza precisi, poco costosi e di minimo ingombro.

Nelle persone con difficoltà respiratorie è essenziale sapere se il sangue, passando attraverso i polmoni, si ossigena a sufficienza. Nei polmoni l’ossigeno si lega all’emoglobina, proteina presente nei globuli rossi. Viene poi trasportato dal sangue in tutto il corpo e ceduto ai tessuti. La percentuale di saturazione dell’emoglobina nell ‘adulto sano si attesta tra il 95 % e 99%-100% nel sangue arterioso e al 75% in quello venoso, dopo l’estrazione di O2 da parte dei vari organi e tessuti.

Per una misura più precisa dell’ossigeno nel sangue si dovrebbe misurarne la pressione (PaO2), ma ciò è possibile solo con un prelievo arterioso e l’utilizzo di un apparecchio per emogasanalisi, disponibile solo nei laboratori e in ambienti ospedalieri. I valori di PaO2 nell’adulto sano variano da 80 – 100 mmHg nel sangue arterioso a 40 in quello venoso. Il valore della PaO2 si modifica all’aumentare dell’età, perciò vi è una progressiva fisiologica riduzione. Nel giovane non fumatore in posizione seduta, la PaO2 si attesta tra 95-100 mmHg, in un anziano ( > 65 aa. ) attorno agli 80 mmHg. La relazione tra PaO2 e saturazione dell’Hb non è lineare, ma segue una caratteristica curva (vedi pag 2): quando la SpO2 scende da 100 a 90% la PaO2 cala da 100 a 60 mmHg. Il polso-ossimetro ha il vantaggio di non essere invasivo e di permettere un monitoraggio continuo dell’ossigenazione. I valori normali di SpO2 variano tra 95-100 %, ma negli anziani e nei fumatori possono essere inferiori.

Il pulsossimetro (saturimetro) si applica a pinza su un dito della mano, al lobo dell’orecchio nell’adulto e bambino, sul piede nel neonato.

Il saturimetro misura l’ossigenazione sfruttando la pulsazione nel sangue arterioso, se questa è debole (es. bassa pressione , ipotermia) il segnale può essere insufficiente. Il movimento inoltre causa artefatti. Lo smalto delle unghie altera la lettura.

Per comprendere se il segnale è attendibile è utile controllare l’onda del polso.

Solo in presenza di un segnale stabile con un’onda come la numero 1 il dato è affidabile. Invece dell’onda, alcuni saturimetri visualizzano la pulsazione come una colonnina che si alza e abbassa.

Il tracciato numero 2 è presente spesso in caso di ipotermia o vasocostrizione da freddo.

Il numero 3 potrebbe essere causato dalla vicinanza di altri apparecchi (es.cellulare) o malposizionamento del saturimetro sul dito.

Il numero 4 da movimenti del braccio o della mano.

Alcuni saturimetri riportano il dato del ​PI ​(Indice di Perfusione). ​E’ un valore numerico che indica l’intensità della pulsazione e varia in base alla zona in cui viene posto il sensore. Il dato di SpO2 è attendibile se PI>4%.

Quando SpO2 è 100 anche PaO2 è 100 Quando SpO2 è 95 PaO2 è 60
Quando SpO2 è 80 PaO2 è 40
PaO2 60 significa grave carenza di ossigeno

Il dato SpO2 va comunque rapportato all’età, alle comorbidità e alla situazione di base e interpretato da uno specialista. Un paziente con COVID che faccia fatica a respirare e osservi un calo della saturazione sotto il 95% dovrebbe avvisare il proprio medico.

In alta quota anche i sani hanno un calo di SpO2. In assenza di ossigeno supplementare tra 3500-5800 la SpO2 scende anche sotto 90%. In questo caso occorre somministrare ossigeno o scendere rapidamente di quota. Soggetti ben acclimatati possono sopportare anche una mancanza di ossigeno, purché di durata limitata . Oltre i 5800 m l’acclimatamento è impossibile.

Consigli: ​chi ha in programma pernottamento oltre i 3500 m (oltre i 2500 se ha fattori di rischio: malattie respiratorie croniche, età avanzata) dovrebbe controllare la SpO2. Se è diminuita rispetto alla situazione di base (oppure <95%) e ​ci sono affaticamento o difficoltà respiratorie si dovrebbe evitare di salire ulteriormente. Se la situazione entro 24 ore non migliora o si aggrava dovrebbe scendere al più presto, ove possibile con elicottero. In ogni caso la saturimetria deve essere interpretata da persona esperta, guida o sanitario che sia, e correlata alla situazione clinica attuale.

Valori di riferimento della SpO2 :
≥​ 96%: nella norma
95-93 %: lieve ipossia
92-90 %: ossigenazione insufficiente
< 90 %: ipossia grave

di Andrea Busetti e Edoardo Geat
Commissione Medica della SAT

Il saturimetro nell’intossicazione da monossido di carbonio.

Il monossido di carbonio (prodotto dalla combustione incompleta di carbone , legno, carburanti ) è altamente tossico e si lega fortemente all’emoglobina spiazzando l’ossigeno. Il saturimetro legge la percentuale di emoglobina satura ma non rivela quale gas la satura, perciò in questa situazione non evidenzia l’ipossia.