In questa rubrica vogliamo raccontarvi la montagna dal punto di vista dei fotografi che dedicano il loro tempo, per passione o per lavoro, a catturare quei momenti magici della montagna che tanto amiamo.

Oggi vi portiamo l’esperienza di Matteo Ravanelli, studente di grafica presso l’istituto Pavoniano Artigianelli. 

Per lui la montagna si può rappresentare in due parole. La prima è “sforzo”, perché se si vuole arrivare in cima alla vetta bisogna fare uno sforzo, ma ripagato completamente dal panorama. La seconda e più importante per Matteo è “libertà”, perché la vista dalla cima di una montagna è qualcosa di irreale, di libero, senza limiti. 

Lasciamo a voi il piacere di scoprire il resto!

È nato prima l’amore per la montagna o per la fotografia e perché?

Fin da quando ero piccolo ho iniziato ad andare in montagna con la mia famiglia. All’inizio ci andavo volentieri ma con il passare degli anni le passioni cambiano, così ho un po’ tralasciato quest’ultima. Fino a quando, in prima superiore, non ho scoperto la fotografia. 

Da lì mi si è aperto un mondo che univa tutte le mie passioni e ha fatto un po’ rinascere la passione per la montagna. Infatti ora, ogni tanto, vado in montagna con la mia famiglia, e naturalmente nello zaino lascio sempre un posticino per la mia Canon. 

 

Ci descriveresti il tuo scatto preferito e perché ne sei così affezionato?

Questa è una scelta difficile, ma la foto a cui tengo di più l’ho scattata in Marzola a giugno di quest’anno. Nello scatto, sulla destra, si vede un camoscio su un prato molto ripido che ci osserva, curioso, sull’attenti, pronto a scappare nel bosco dietro di lui. 

Ho scelto la Marzola come posto, perché era a metà strada tra una mia compagna di classe, anche lei appassionata di fotografia, e io, perché in montagna è sempre meglio andare insieme a qualcun altro che da soli. Inoltre mio papà mi aveva assicurato che in quel posto avrei trovato sicuramente dei camosci. Così alle 7:00 eravamo arrivati e c’era già lì questo camoscio a guardarci.Così ho preso subito la macchina fotografica e più scattavo più pensavo a quanto ne è valsa la pena svegliarsi presto, faticare, alla libertà che ti può dare uno scatto ma soprattutto ancora una volta ho capito che la montagna sa sempre ripagare lo sforzo fatto.

Qual è il tuo momento preferito della giornata per fotografare? E dell’anno?

Il mio momento preferito della giornata per scattare è sicuramente il tramonto quando c’è la luce arancione/rossa nel cielo che magari dà anche quel colore alle nuvole. Mentre il momento preferito dell’anno è l’autunno con i suoi colori caldi.

Quali sono i luoghi del Trentino che preferisci fotografare?

In realtà non ho dei luoghi preferiti in cui andare a scattare perché penso che ogni luogo abbia il suo motivo. Sono una persona alla quale piace sempre andare in posti nuovi e secondo me un fotografo deve essere così, sempre alla ricerca di posti fantastici, alla ricerca di una nuova location più bella rispetto alla precedente, alla ricerca della luce perfetta. 

Comunque se devo scegliere un posto dico la Val di Cembra dalla Chiesetta di San Giorgio, nel comune di Giovo, vicino a casa mia. È una chiesa in mezzo alla campagna dalla quale si vede l’intera Val di Cembra, in cui, quando ho un po’ di tempo, vado a fotografare perché è una bellissima location.

Hai qualche trucco da darci per scattare delle buone fotografie?

Non saprei perché scatto da soli 3 anni e ho ancora molto da imparare. Però posso dire che per la fotografia serve molta pazienza, di non pretendere che le prime foto vengano come le volete o come le scatta quel famoso fotografo. Bisogna continuare a scattare, imparare dagli errori e soprattutto continuare a sperimentare. 

Ad esempio, non deve esserci per forza un lago per avere un riflesso. Si può sempre usare lo schermo dello smartphone. Lo appoggiate sotto l’obiettivo e potete “giocare” come volete con il riflesso. Quindi basta metterci un po’ di creatività!

Fotografie: Matteo Ravanelli

Obiettivo montagna – I fotografi si raccontano
Progetto di Silvia Pezzetti e Riccardo Avola