I Rifugi sono dei veri e propri paesi, delle realtà a sé stanti che ci invitano a scoprire mondi nuovi fatti di vita lenta, amicizie nuove ed esperienze che richiedono di sapersi adattare. 

I Rifugi sono posti speciali ma, nella loro unicità, uniche sono anche le problematiche che si devono affrontare ogni giorno.

Tutto ciò che a valle risulta semplice, va organizzato alla perfezione in quota per garantire l’apertura e l’ospitalità. Parliamo dell’approvvigionamento delle derrate alimentari, dei materiali, spesso consegnati solo tramite l’utilizzo dell’elicottero. Una delle problematiche più importanti, e sempre più incalzanti, è il reperimento e la gestione dell’acqua e l’approvvigionamento energetico. I campi di intervento sono diversi e specifici in base ai bisogno di ogni rifugio. 

L’obiettivo di questa rubrica vuole essere proprio questo.

Raccontare la vita in rifugio nell’intreccio che la compone: storia, lavori e relazioni umane. 

Rifugio Mandron “Città di Trento”

Sul ciglio della costa erbosa della Conca Mandron, a poca distanza dai laghetti omonimi, in vista di quello che è uno dei piu’ vasti e importanti ghiacciai italiani sorge il rifugio Mandron, inaugurato dalla SAT nel 1959 in sostituzione del vecchio rifugio – Lepzigerhuette – realizzato nel 1878 dagli alpinisti della Sektion Leipzig del DuOeAV. Nel corso della cosiddetta Guerra bianca la zona del Mandron fu teatro di scontri bellici. I dintorni del rifugio sono ancora ricchi di testimonianze della Grande Guerra: camminamenti, posti di vedetta, trincee ed il piccolo cimitero militare.

Il rifugio sorge nella parte alta della Val Genova nel Parco Naturale Adamello-Brenta. Da qui l’occhio spazia verso la vedretta, dalla quale nasce il fiume Sarca, immissario del Lago di Garda. Sopra i ghiacci emergono i tre allineamenti tettonici del lago Mingo – Lares – Care’ Alto, delle Lobbie – Dosson – Monte Fumo e dell’Adamello – Lagoscuro. Quest’ultimo è anche il nome di un lago di origine glaciale che si trova a monte del rifugio. La posizione del Mandron e’ strategica per le escursioni sui ghiacciai. Il rifugio è aperto anche nel periodo primaverile per favorire la frequentazione agli scialpinisti. Una bella chiesetta, costruita con il granito del posto, completa il paesaggio circostante il rifugio, ed è meta ambita e consigliabile.


I LAVORI: il racconto di Aldo Refatti, membro Commissione rifugi SAT

Approvvigionamento energetico

Il rifugio è dotato di una centralina idroelettrica costruita nel 2011 che preleva l’acqua dal Lago Scuro e, con un salto di circa 200 metri la conduce in una piccola costruzione dove è installata la turbina con generatore elettrico. Dal lago partono due condotte che confluiscono poi in un’unica tubazione per alimentare la turbina (Pelton ad asse orizzontale). La potenza dell’alternatore è di circa 18 kW di potenza attiva: riesce a fornire energia per le principali utenze del rifugio, ma non è sufficiente per l’intera cucina in quanto piastra a induzione e forno consumano da sole più di 10 kW. La cucina è quindi supportata anche da un gruppo fuochi a gpl. 

L’energia prodotta dalla turbina viene utilizzata per tutti i bisogni del rifugio e, cucina a parte, è sufficiente per mantenere in funzione tutto il necessario come frigoriferi, bancone bar e luci (già di per sé di basso consumo essendo a LED). Se si dovesse superare la disponibilità energetica, l’alimentazione di tutte le apparecchiature non necessarie vengono staccate temporaneamente grazie a un sistema di controllo e gestione dei carichi.  

Seppur la cucina sia il maggior consumatore di energia, il tempo di utilizzo è limitato a poche ore, la mattina per la preparazione del pranzo e in serata per cena. La centralina idroelettrica però lavora ininterrottamente e, per non sprecare l’energia prodotta, questa viene utilizzata per riscaldare la sala da pranzo e i corridoi delle camere, oltre che essere convogliata in un boiler da 1000 litri. 

L’acqua è fondamentale per la vita di ogni rifugio e, purtroppo, il Mandron è un chiaro esempio di cosa comporta la sua assenza. Nell’inverno 2022-23, a causa delle scarsissime nevicate, il Lago Scuro è calato di ben 18 metri lasciando a secco la presa d’acqua interrompendo l’approvvigionamento energetico del rifugio.

I lavori di ristrutturazione: il rinnovato Mandron inaugurato nell’estate 2022 

Da tempo i gestori manifestavano la necessità di ampliare la sala da pranzo, non adeguata ai numeri dei posti letto che rendeva obbligatorio la turnazione per mangiare. Vista la progettazione di tale ampliamento, si è deciso di cogliere l’occasione per migliorare la funzionalità dei locali di servizio sia per gli ospiti che per i gestori. È stato creato un nuovo blocco servizi e ristrutturati tetto e sottotetto che, assieme al solaio su cui poggia la terrazza, sono realizzati in XLAM. Il tocco particolare della ristrutturazione è sicuramente l’ampia vetrata realizzata sul fronte sud-ovest, con vista panoramica sulle Lobbie e il ghiacciaio del Mandron.

Dal piano della terrazza si è optato per un rivestimento termico con lana di roccia più tavolato, rivestito con lamiera di alluminio. Lo stesso tipo di lamiera è stato utilizzato anche per il tetto, ovviamente con isolazione maggiore. A completamento di tutto l’intervento, il rifugio è stato adeguato alla normativa antincendio (scala di sicurezza, porte d’uscita d’emergenza, impianto di rilevazione incendi…) e sono stati installati nuovi serramenti in legno e alluminio, tutti con triplo vetro. Sul lato est, vista l’inclinazione accentuata del tetto, sono stati aggiunti altri tre abbaini che hanno permesso di ricavare nuovi servizi igienici e due stanze molto carine e spaziose. 

Osservando la grande vetrata dall’esterno, possiamo notare come il tutto sia stato rivestito con listoni di legno di larice. Tipologia di legno dalla fibra molto fitta che permette un auto protezione da sole e intemperie. 

Il restyling del rifugio e della sua immagine è importante, ma la struttura originale non è stata né intaccata né snaturata.