Sarà dedicata al ricordo di Ettore Castiglioni, la serata che la Sosat organizza, con il patrocinio del Trento Filmfestival, mercoledì 12 aprile alle 20,30 nella sede di via Malpaga 17 a Trento.

A “Sosat Incontra” del 12 aprile parteciperanno: Luciano Ferrari presidente della Sosat, Mauro Leveghi presidente del Trento Filmfestival, che ha concesso il patrocinio all’evento, Paolo Vita ideatore della Targa erratica che ricorda Ettore Castiglioni, Riccardo Decarli bibliotecario della Sat che parlerà di Ettore Castiglioni scrittore, Sergio Martini Accademico del Cai, Jalla e Claudio Detassis figli di Bruno, Michele Leonardi gestore del rifugio Maria e Alberto ai Brentei la “reggia” del re del Brenta Bruno, Franco Nicolini guida alpina gestore del rifugio Pedrotti alla Tosa, che ha ripercorso tutte le vie di Bruno Detassis nel Gruppo di Brenta. Parteciperanno gli Accademici della Sosat.

Alla serata interverranno gli amici dell’Associazione Giuliano De Marchi, una Onlus che si dedica, da anni, ad aiutare la popolazione Nepalese.

Il legame fra Ettore Castiglioni ed il Trentino è innanzitutto legato al luogo di nascita dell’alpinista di origine milanese: Ruffrè in Val di Non. Ettore Castiglioni vi nacque il 28 agosto del 1908. La sua vita terminò nel marzo del 1944 in Val Malenco, in circostanze tragiche. Era fuggito dalla Svizzera senza abiti nè scarpe.

C’è un legame nella vita di Castiglioni con un uomo, che è nato alpinisticamente nella Sosat: Bruno Detassis. Insieme aprirono grandi itinerari sulle pareti delle Dolomiti. La figura di Ettore Castiglioni è ricordata dal 2018, su iniziativa di uno degli ospiti della serata, con una Targa erratica a lui dedicata. Un momento, quello alla Sosat del 12 aprile, che vuole essere di riflessione su una figura che con il suo stile di vita ha saputo lasciare il segno non solo sulle pareti delle montagne e sulle pagine dei libri da lui scritti, ma per tutto ciò che ha fatto per aiutare gli ebrei ed i partigiani che fuggivano dall’occupazione nazista dell’Italia. Un uomo giusto e, come lo definì Bruno Detassis: “Un signore” per la sua nobiltà d’animo.