Le Commissioni consultive della SAT: ogni settimana incontriamo le Commissioni e i Comitati della SAT, scopriamo le attività, le competenze, i progetti, dalla viva voce dei Presidenti.

In questa puntata conosciamo meglio l’attività del Gruppo di Lavoro “Montagna per tutti” in compagnia del Presidente Claudio Colpo.
C’è un’altra aria, un’altra luce, un altro ritmo e la gente si sorride. Si sta meglio. Molte Sezioni hanno carrozzine speciali “Joelettes” per andare in escursione con chi non può camminare. Il gruppo di lavoro “Montagna per tutti” organizza e supporta tirocini all’interno dei rifugi per persone con disagio psichico. Un approccio semplice e sincero che scardina il confine tra normalità e anormalità promuovendo il benessere. La montagna, accessibile, diventa terapia.
L’intervista è moderata da Elena Baiguera Beltrami, Ufficio Stampa SAT.

EBB: Il Gruppo Montagna per tutti organizza delle iniziative molto importanti.
Quando è nata l’idea di creare il gruppo Montagna per tutti?

CC: Il gruppo è nato recentemente ma l’attività di Montagnaterapia fa parte dell’attività di solidarietà del CAI e della SAT da molto tempo; le prime attività di Montagnaterapia sono iniziate infatti molti anni fa. La SOSAT nel 1992, in collaborazione con la Cooperativa La Rete ha deciso di organizzare una escursione in montagna di due giorni per ragazzi diversamente abili. Un’esperienza importante e premiante che ha permesso ai ragazzi di accedere ad un ambiente per loro completamente nuovo. Questo è stato il primo esempio di Montagnaterapia all’interno della SAT.
Nel corso degli anni poi si sono sviluppate altre attività supportate e organizzate dalle Sezioni e dai Soci. 

EBB: È stata un’esperienza così importante questa prima uscita che ha dato seguito poi ad altre iniziative…

CC: Nei primi anni 2000 altre Sezioni si sono attivate in tal senso. Ricordo, ad esempio, le Sezioni di Riva del Garda e di Arco che hanno dato il via a progetti di Montagnaterapia più strutturati. Si tratta di progetti in cui l’obiettivo è stare insieme, condividendo l’esperienza con compagni di escursione in un ambiente che dà molti stimoli. 

EBB: La Montagnaterapia si rivolge non solo a persone con disabilità fisica ma anche mentale. Penso per esempio alle iniziative di collaborazione con l’Hospice Cima Verde molto importante per gli operatoti e per gli utenti. 

CC: Inizialmente la Montagnaterapia si rivolgeva soprattutto a persone con disabilità mentale. Con il tempo ha poi aperto le porte anche a persone con disabilità fisica. È stato introdotto l’utilizzo della Joelette, uno strumento molto utile per il superamento di barriere naturali.

EBB: Nel 2016 nasce il gruppo Montagna per tutti della SAT Centrale. 

CC: Nel 2013 è nata una associazione dedicata alla Montagnaterapia della quale facevano parte molti soci SAT. L’idea era quella di gestire un rifugio con il coinvolgimento di persone diversamente abili. Per vari motivi si è abbandonata l’idea iniziale del rifugio sociale e il progetto ha individuato in alcuni dei rifugi della SAT i luoghi adatti allo svolgimento delle attività di inserimento lavorativo, grazie anche al supporto del neonato Gruppo Montagna per tutti.
Il gruppo ha il compito di coordinare l’attività dei volontari e di darne il giusto valore e riconoscimento.

EBB: La SAT è riuscita a coinvolgere molti rifugi grazie a questo progetto. 

CC: Nel 2018 siamo partiti con circa 7/8 rifugi che hanno organizzato esperienze di breve durata, 4 giorni lavorativi. Nel corso del tempo il numero di rifugi è aumentato, sempre tenendo conto che non tutte le case alte sono adatte all’accoglienza di queste esperienze lavorative, poiché devono essere rispettate alcune caratteristiche e tempistiche. 

EBB: Ricordo un bell’incontro avvenuto a seguito di uno di questi progetti, il racconto di un rifugista che aveva vissuto questa esperienza come molto positiva. 

CC: Sicuramente questi progetti lasciano in chi li vive, rifugiati, operatori, volontari, utenti delle splendide emozioni.
Nel 2020 purtroppo tutti questi progetti sono stati bloccati perché, come sappiamo, i rifugisti si sono trovati ad avere a che fare con una situazione davvero difficile. Purtroppo il Covid ha fermato moltissime iniziative di solidarietà e anche noi di Montagna per tutti abbiamo dovuto congelare molti progetti in programma.

EBB: Un peccato perché c’erano stati molti riconoscimenti per le attività svolte fino a quest’anno. 

CC: Si, sono arrivati molti riconoscimenti. Dobbiamo ricordare che anche la Federazione Cooperativa ha riconosciuto il valore del nostro progetto e l’ha finanziato con una somma di 5000 euro, in parte utilizzati per la retribuzione dei lavoratori che si sono impegnati nel rifugi.
È stato davvero un bel progetto di cooperazione e sinergia tra le cooperative locali, i rifugi, i lavoratori, la SAT e la Federazione Cooperativa. 

EBB: L’ambiente dei rifugio è sempre una grande famiglia inclusiva. Nello svolgere queste iniziative abbiamo intessuto rapporti importanti con cooperative sociali del territorio. 

CC: Sì, questi progetti hanno visto coinvolti molti soggetti. Nel 2008 abbiamo dato il via alla collaborazione con il Centro di Salute mentale di Trento, che mi vede coinvolto in prima persona in progetti molto interessanti che mi gratificano molto. 

EBB: Gratificazione e soddisfazione: quali sono le emozioni che un volontario della SAT guadagna da questo tipo di esperienze?

CC: Chi ha avuto modo di dare il proprio contributo per queste attività ha ben presente quanto grande sia la gratificazione che si ha in cambio della solidarietà. Tutto ciò che si dà viene poi restituito in termini di soddisfazione personale. 

EBB: La gratitudine degli utenti è davvero grande, un forte stimolo per nuove collaborazioni. 

CC: Durante il 2020 ho ricevuto molte telefonate da parte di utenti e famiglie degli stessi che chiedevano se le attività potessero essere riprese. C’erano tante attività in cantiere ma purtroppo non è stato possibile portarle avanti in questo 2020.

EBB: Le escursioni della SAT comportano molte responsabilità. Quelle programmate dal Gruppo Montagna per tutti hanno delle responsabilità ancora più grandi. 

CC: Sicuramente. Proprio per questo oltre ai volontari della SAT è necessaria la presenza degli operatori sanitari. Il compito dei volontari SAT è gestire il gruppo e l’escursione ma essi non hanno responsabilità “mediche” nei confronti degli utenti.

EBB: Riporta l’intervento di una spettatrice dell’intervista. Ci si augura che tutte queste iniziative riprendano dopo la fine della pandemia. La Presidente della Commissione Medica della SAT, Antonella Bergamo che segue la nostra chiacchierata, sottolinea l’importanza di questi bei progetti. 

CC: Certamente si vorranno riprendere tutte le iniziative non appena la situazione lo permetterà. 

EBB: Dalla SAT di Besenello ci scrivono che all’ultimo direttivo SAT hanno rinnovato la disponibilità a organizzare il prossimo raduno delle Joelettes. 

CC: La Sezione di Besenello aveva in programma l’organizzazione del raduno delle Joelette per il 2020. Si tratta di una manifestazione molto importante nella quale si ritrovano le Sezioni che hanno a disposizione le Joelettes acquistate grazie a raccolte fondi. Purtroppo quest’anno non è stato possibile ritrovarsi ma teniamo alta la voglia dell’incontro per il prossimo anno. Si tratta di una manifestazione molto emozionante.  

EBB: Claudio, vogliamo lanciare un appello a chiunque abbia voglia di partecipare alle attività del Gruppo di Lavoro Montagna per tutti. 

CC: Tutte le persone che sono interessate possono rivolgersi alla propria Sezione per capire come potersi attivare. C’è da dire che non tutte le Sezioni SAT sono attive in questo tipo di progetti; sono solamente una dozzina quelle che partecipano ad attività di Montagnaterapia.
Alle Sezioni possiamo dire che se volessero intraprendere questa strada possono provare a rivolgersi direttamente alla Sede Centrale della SAT per ulteriori informazioni. 

Guarda l’intervista sul canale YouTube della SAT

Ph. Anna Bonani