Le Commissioni consultive della SAT: ogni settimana incontriamo le Commissioni e i Comitati della SAT, scopriamo le attività, le competenze, i progetti, dalla viva voce dei Presidenti.

In questa puntata della nuova rubrica vi presentiamo la Commissione Sentieri della SAT nell’intervista di Elena Baiguera Beltrami al Presidente Tarcisio Deflorian.

La SAT mantiene costantemente in salute una rete di 5.500 km di sentieri in Trentino. Una lunghezza superiore alla rete autostradale in Italia. Il lavoro volontario dei Soci SAT genera un impatto sul territorio di notevole valore economico, turistico, sociale e ambientale.

Quando è nata la Commissione Sentieri della SAT? Raccontaci la storia sicuramente affascinante. 

È necessario premettere che la SAT si è sempre occupata di sentieri fin dalla nascita nel 1872. All’inizio sentieri e rifugi erano il primo interesse della SAT per raggiungere le cime ed esplorare la montagna. Più di un secolo fa i sentieri in quota arrivavano fino ai limiti dei pascoli e oltre andavano costruiti: cin fu un grande impegno della SAT per raggiungere i rifugi e per collegarli  tra loro. La prima Commissione Sentieri della SAT venne fondata negli anni Trenta del ‘900. Lo scopo principale era mettere ordine alla segnaletica dei sentieri e pianificare l’intera rete provinciale. Impegno notevole che porta nel 1932 al piano regolatore dei sentieri e segnavia del Trentino: progetto con impianto molto valido, che per l’epoca guardava già al futuro, tanto che costituisce ancora oggi la base della rete sentieri provinciale e nazionale. Il CAI nazionale ne ha adattato l’impianto adattandolo alle varie realtà regionali. 

Un’attività dalla lunga storia, quasi cento anni…

La seconda guerra mondiale bloccò l’attività ma grazie anche all’impegno del presidente della Commissione sentieri di allora, Vittorio Emanuele Fabbro, Presidente della SAT negli anni della seconda guerra, fece in modo che nel secondo dopo guerra il piano venne applicato. Negli anni Sessanta già 3000 km di sentieri erano state impostati, tra cui anche percorsi impegnativi, come le Bocchette. 

Poi ci furono anni di rallentamento, dopo i quali, nel 1975, grazie anche all’impegno di Adolfo Valcanover, vice Presidente della SAT, si posero le basi per strutturare tecnicamente la commissione. Da allora molti passi sono stati fatti. 

Quanti sono oggi i km di sentieri che la SAT cura con i suoi volontari?

Attualmente in carico alla SAT ci sono circa 5600 km, suddivisi in 1060 sentieri. 

Siamo arrivati al 1975 con la storia. Da allora altri passaggi importanti?

Nel 1981 con Adolfo Valcanover riuscimmo a pubblicare, dopo un grande lavoro di riordino, il catasto aggiornato dei sentieri del Trentino orientale. Nel 1994 fu pubblicato quello del Trentino occidentale. Nel frattempo la Commissione stava entrando nel merito della qualità dei lavori che venivano fatti sui sentieri seguendo anche le indicazioni del CAI che si mosse verso un’uniformità a livello nazionale della segnaletica e dell’opera di manutenzione. La commissione della SAT fu uno dei principale attori in questo impegno nazionale.

Altro passaggio importante, sempre nella riorganizzazione dei sentieri del CAI, fu la forte presa di coscienza del fenomeno escursionismo. La Commissione della SAT per una decina d’anni si occupo anche di questa attività tanto che poi si diede il là alla nascita della Commissione Escursionismo. 

Dagli anni Novanta una continua evoluzione e aggiornamento dei metodi e sistemi di intervento sui sentieri. Grazie per questo bel racconto, ci rendiamo conto di come la Commissione Sentieri operi in prima linea sul campo. Quali sono gli ambiti della attività della Commissione?

È necessario metter e in chiaro un importante passaggio. Giacomoni, Presidente della SAT nel 2006, accolse la proposta della Commissione di creare un ufficio tecnico all’interno della SAT dedicato ai sentieri. L’ingegner Luca Biasi è da allora la figura di riferimento per l’attività legata ai sentieri. Si tratta della novità più importante di quel periodo che permise di fare un salto notevole nella cura dei sentieri, delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati. Fino all’inizio del 2000 si interveniva su questi tratti più impegnativi affidando il compito alle varie guide dislocate sul territorio, creando così differenze di interventi notevoli sulle diverse zone. Ci si rese conto di dover intervenire in modo uniforme, con progettualità. Questo salto in avanti è stato fatto anche grazie anche agli investimenti pubblici della Provincia che hanno permesso di rinnovare ad oggi il 90% delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati che esigono controlli specifici. 

Parliamo delle attività della Commissione. Oltre alla cura di sentieri attrezzati e vie ferrate, il resto dell’attività è svolta dai volontari della Commissione. Innanzitutto la cartografia, curata dall’ingegner Michele Zanoli, fiore all’occhiello anche per la parte del sito della SAT dedicata ai sentieri, sviluppato nell’ultimo decennio. Teniamo poi conto che sul territorio trentino ci sono circa 6500 incroci tabellati, ovvero con segnaletica verticale che va costantemente monitorata. C’è poi chi coordina l’attività dei volontari che dipendono dalla commissione sentieri, il GIS (Gruppo Intervento Sentieri). Poi abbiamo un archivio fotografico con più di 40mila foto che richiede coordinamento. 

Ciascuno ha la propria attività, ci si incontra mensilmente. Quest’anno gli incontri sono avvenuti con frequenza maggiore per le diverse problematiche dovute alla situazione.  

Fate anche opera di formazione?

Svolgiamo lavoro di formazione, coordinamento e indirizzo tecnico per le Sezioni, realtà imprescindibili per la cura della rete sentieri. Con esse c’è una collaborazione molto importante e colgo l’occasione per ringraziare i 1000 volontari, ciascuno dei quali dona in media 3 giorni all’anno alla cura dei sentieri. 

Un monte ore molto importante dedicato alla manutenzione…

Ogni anno circa 3000 giornate dedicate a questa importante attività. Possiamo sempre migliorare per essere pronti all’intervento e alla cura ottimale della rete. 

Sono state realizzate dalla Commissione, con la collaborazione di altri gruppi, delle belle guide sui sentieri. 

Una delle attività della Commissione dell’ultimo decennio è stata la pubblicazione di sei volumi per Sentieri e Luoghi sui monti del Trentino, editi da SAT Euroedit. È stata l’occasione per riorganizzare ulteriormente il nostro catasto, analizzarlo nel dettaglio e conferirgli una connotazione più escursionistica e divulgativa. Un progetto realizzato anche grazie ai contributi delle altre Commissioni, come quella Storico Culturale e la Rifugi. Le guide sono ottimi strumenti non solo per i sentieri ma anche per chi vuole conoscere il territorio da vari aspetti, come per esempio quello toponomastico di luoghi pochi conosciuti. Tutti coloro che hanno contribuito l’hanno fatto in modo volontario. Da questo lavoro la SAT ha avuto un ottimo riscontro.  Le guide sono ancora in vendita alla SAT, a parte il primo che è stato esaurito. Invito chi non li conosce a procurarseli, perché hanno un enorme valore. 

Oltre alle guide che ho avuto il piacere di portare nello zaino, c’è anche la cartografia sul sito della SAT.

Nelle guide c’è una cartografia che copre interamente il territorio del trentino, un valore enorme di queste pubblicazioni. Sul sito troviamo riflessa questa cartografia, che interessa il territorio provinciale nella sua totalità. La cartografia contiene anche un archivio fotografico, descrizioni delle diverse zone. Si tratta di un lavoro in corso che ha sempre bisogno di essere migliorato. Si trova anche una cartografia di dettaglio ad uso degli operatori che serve da supporto per la manutenzione dei sentieri. In particolare sul territorio per ogni sezione c’è un referente che coordina il lavoro al quale la commissione fa riferimento. 

Quest’anno ci sono stati diversi interventi sulle ferrate. Quali quelli principali?

In particolare il completamento della via delle Bocchette: la via ferrata più lunga e spettacolare, nonché impegnativa da mantenere perché molto frequentata, del trentino. Negli anni ci si è occupati di tutta la tratta, in particolare quest’anno al tratto dalla Bocca del Tuckett fino alla Vedretta degli Sfulmini. È stata completata dopo un lungo intervento, non aiutato dall’emergenza Covid. Ad oggi tutta la tratta è stata aggiornata agli standard di adeguamento tecnico odierno. 

Emergenza sanitaria di questo anno. Lo stop generale fino a inizio giugno non ha aiutato la vostra attività…

Il lavoro dei sentieri ha risentito di questo blocco, ci sono stati vari disagi. Anche solo il fatto di non poter frequentare la Sede Centrale. Abbiamo proseguito con le riunioni a distanza che si sono rivelate molto utili per mantenere i contatti all’interno della commissione e con le sezioni. Abbiamo avuto molta fiducia nella ripartenza e aver mantenuto i contatti ci ha aiutati a ripartire al meglio. Ci sono stati comunque dei cambiamenti al calendario delle nostre attività. Mentre solitamente il corso di aggiornamento dei volontari si tiene in primavera, quest’anno è avvenuto a giugno. Siamo comunque contenti di non esserci fatti trovare impreparati alla riapertura.  Abbiamo affidato anche tutti gli incarichi alle ditte con anticipo in modo da essere pronti per la partenza dei lavori al termine del blocco generale.
Metà giugno è il periodo dell’anno in cui si lavora di più sui sentieri per diverse motivazioni. Quest’anno è stata completamente persa e per questo il lavoro è aumentato nella stagione estiva. Stiamo oggi raccogliendo i dati complessivi dell’attività dell’anno che immaginiamo siano inferiori agli anni scorsi, ma comunque importanti vista la situazione.

Parliamo dell’imminente anniversario della tempesta Vaia, avvenuta alla fine di ottobre del 2018. A che punto siamo dopo due anni?

La situazione è molto migliorata. Degli oltre 300 sentieri che erano chiusi alla fine del 2018, per oltre 1000 km di sviluppo, ad oggi ci sono 60 sentieri parzialmente chiusi, più 9 totalmente chiusi, per uno sviluppo di poco meno di 200 km. Circa un quinto rispetto al periodo immediatamente successivo all’evento. Grazie non solo agli interventi della SAT, all’inizio c’è stata l’impossibilità di intervenire per i volontari della SAT. Grazie a un lavoro coordinato delle squadre forestali e della Provincia. Io confido che il prossimo anno si riesca a riaprire l’intera rete. 

Quali sono le zone che hanno subito il maggior danno?

TUTT’ORA la zona di Moena è quella maggiormente colpita, ancora i due terzi della rete dell’area è chiusa perché i boschi devono essere sgombrati dai tronchi, come alcune zone delle valli del Lagorai e della Val di Fiemme. Sostanzialmente quindi parliamo del trentino orientale. Ma anche zone della Val Rendena, Val di Pejo, Tione. Ci sono state diverse situazioni critiche che sono però state risolte, totalmente o parzialmente. 

Cosa possiamo dire riguardo ai sentieri che ad oggi risultano danneggiati o non ottimamente manutenuti, al di la di Vaia?

C’è ancora molto da fare. Per quanto si lavori è difficile stare al passo con tutte le esigenze del territorio. Dove non si arriva con i volontari sarebbe necessario poter comunque intervenire con le manutenzioni, per questo servono più fondi. Come sede centrale abbiamo costituito il gruppo intervento segnaletica, trasversale tra le sezioni, a disposizione della sede centrale per curare i sentieri in carico alla stessa sede ma anche a supporto delle sezioni che ne fanno richiesta. La sezione che si trova in difficoltà deve rendere nota la situazione alla sede centrale così che la stessa si possa prendere in carico i lavori. Così che l’intera rete possa essere monitorata e mantenuta in uno stato ottimale. 

Vedo che negli ultimi anni ci sono sempre più danni causati da eventi calamitosi, a parte Vaia, ruscellamenti e danneggiamenti di diverso genere che in passato erano più contenuti. Per esempio il sentiero delle Cigolade, tra il Rifugio Roda di Vael e il Rifugio Vajolet l’anno scorso è stato danneggiato da bombe d’acqua. La manutenzione dei sentieri sarà sempre più necessaria per curare il fondo dei sentieri così che il ruscellamento dell’acqua non danneggi gli stessi. L’attività escursionistica dei sentieri comporta una necessità di manutenzione costante e continua e per questo si tratta di una attività imprescindibile e importantissima, non solo per i soci SAT ma per tutto il territorio e per tutti coloro che lo frequentano. 

Come SAT possiamo fare un appello. La Commissione sentieri fa anche formazione, sia nei gruppi di intervento, che nelle scuole. Invitiamo i giovani a partecipare.

Vorrei sottolineare il fatto che quest’anno tra le attività soppresse a malincuore c’è stato il campo sentieri iniziato cinque anni fa dedicato ai giovani della SAT che per quattro giorni si dedicano alla formazione e manutenzione sentieri. Attività che speriamo di poter riprendere il prossimo anno perché la riteniamo fondamentale per la crescita della nostra attività. A ferragosto c’è stato quest’anno un campo a Malga Flavona con gli scout con i quali abbiamo curato la manutenzione e la segnaletica dei sentieri della zona. Si spera di ripetere in futuro. 

Dopo aver beneficiato di questa miniera di informazioni preziose non ci resta che salutare e augurare a Tarcisio Deflorian e a tutti i componenti della Commissione Sentieri della SAT buona continuazione e buon lavoro.

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