Il Palazzo Saracini Cresseri e la sua facciata

Dal 1954 la SAT ha sede nel palazzo Saracini Cresseri, uno dei più bei palazzi rinascimentali di Trento. 

L’edificio ha origini gotiche medievali, ma è nel sedicesimo secolo, quando il Principe Vescovo Bernardo Clesio promosse il rinnovamento della città in vista del Concilio di Trento, che assume la struttura attuale: con la quadrifora centrale (ovvero le quattro finestre tutte vicine nel mezzo della facciata) la disposizione simmetrica di finestre e balconi gli archi a tutto sesto al pian terreno.

Ma l’aspetto che oggi cattura l’attenzione e rende più riconoscibile il Palazzo è la decorazione geometrica dipinta che copre tutta la facciata e da l’illusione di una decorazione tridimensionale bugnata, come quella del Palazzo dei Diamanti di Ferrara: migliaia di triangoli bianchi e neri dipinti a “mezzo fresco”, a metà dell’Ottocento in stile neorinascimentale.

Il delicato restauro della pietra e della pittura

L’opera di restauro del 2019 ha lavorato molto su questa decorazione, che pur non essendo antica era molto rovinata, perché il “mezzo fresco” consiste nella stesura dei colori sull’ intonaco secco (asciutto) e i pigmenti non restano inglobati nell’intonaco come nell’affresco vero e proprio, perciò il decoro è molto meno resistente.
Il restauro conservativo è iniziato nell’aprile del 2019 ed è durato per 7 mesi di intenso e delicato lavoro dei professionisti specializzati del Consorzio Ars sotto la supervisione dell’architetta Giorgia Gentilini.
Un lavoro lungo e reso ancor più delicato dalla posizione della facciata nel pieno centro della città, costringendo a particolari precauzioni per la sicurezza sia dei lavoratori che dei cittadini e dei turisti che percorrevano via Manci.
Il decoro geometrico è stato restaurato totalmente a mano, perché nonostante l’apparenza le forme non hanno una precisione matematica e non è stato possibile usare stampi o stencil.
Sono state restaurate anche le pietre, i balconi e le cornici della facciata, che esposti alle intemperie avevano accumulato incrostazioni e licheni che ne nascondevano il colore originario.

L’inaugurazione e i progetti per il futuro

Sette mesi di lavoro per 154 mila euro di intervento, sostenuto dalla SAT e dalla Provincia, con il contributo del Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine, che si è concluso con una festa di inaugurazione rivolta ai soci e a tutta la cittadinanza, mettendo l’accento sul rapporto architettonico tra la Casa della SAT restaurata e l’adiacente palazzo Trentini, collegati ed inframmezzati dal Vicolo della SAT che collega via Manci a via Torre Verde.

In passato i lavori di restauro realizzati hanno interessato il recupero del sottotetto, che ospita il Coro della SAT e l’eliminazione delle barriere architettoniche
del secondo piano, sede della Biblioteca della Montagna. Il futuro ci vedrà impegnati in un progetto di riorganizzazione dell’androne di ingresso e del cortile antistante allo Spazio Alpino.

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