Le mostre della Biblioteca della Montagna

Vi presentiamo le mostre realizzate dalla Biblioteca della Montagna SAT

Cinquant’anni fa un gruppo di alpinisti trentini partiva per la Cordillera Blanca (Perù), con l’obiettivo di scalare la parete nord del Nevado Caraz e la sud dell’Alpamayo. Durante la spedizione venne salito il Nevado Centenario SAT, così battezzato in onore della Società degli Alpinisti Tridentini che nel 1972 avrebbe festeggiato i 100 anni dalla fondazione.

Los e Marchiodi riuscirono a salire la nord del Nevado Caraz, ma durante il ritorno caddero. La tragedia scosse profondamente gli alpinisti trentini e il lutto coinvolse l’intera città. Per almeno dieci anni non ci furono più spedizioni importanti e, ancora oggi, il ricordo di quella tragedia è vivo in molti.
La Biblioteca della Montagna SAT, in collaborazione con il Gruppo Rocciatori Trento, presenta la mostra Nevado Caraz / La montagna del destino / Cinquant’anni dopo, 1971-2021 che celebra il cinquantesimo anniversario della tragedia che colpì la spedizione trentina in Perù.

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Roberto è senza dubbio uno dei pilastri fondanti della storia dell’arrampicata in Trentino: travolto giovanissimo dall’onda del cambiamento, spinto dalla curiosità e la voglia di spostare sempre un po’ più in là i suoi limiti, si lascia trasportare dal flusso. Gli anni Ottanta sono anni intensi, veloci, fatti di scoperta, molta chiodatura ma anche di nuove e impensabili esperienze come la prima gara di arrampicata sportiva a Bardonecchia, nel 1985. Roberto emerge fin da subito come giovane e forte promessa e, di conseguenza, fama e sponsor bussano alla sua porta. Sono anni complicati che lo portano a capire che il suo carattere, ma soprattutto il suo modo di vivere l’arrampicata non potrà mai coincidere con questo nuovo mondo. Quello di cui ha bisogno è all’ombra dei riflettori: silenzio, nuovi muri da esplorare e condividere con pochi cari amici e scalare, scalare e ancora scalare. La sua vita è intrecciata profondamente alla Valle del Sarca, dove passava mesi interi a dormire nel suo mitico furgone rosso, ma non si può racchiuderla tutta qui.

Attraverso l’utilizzo di fotografie (gentilmente donate alla Biblioteca della Montagna dalla sorella Cristina, e che ora costituiscono il fondo archivistico a lui dedicato) e articoli scritti dallo stesso Roberto, la SAT gli dedica una mostra a 60 anni dalla sua nascita.


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