Bollettino SAT

Storia ed evoluzione

Nel luglio del 1904 veniva distribuito ai soci della SAT il primo numero del Bollettino dell’alpinista, il nuovo periodico che prendeva il posto dei celebri Annuari, pubblicati dall’associazione dal 1874 sino al 1904. Con questo nuovo periodico la SAT operò una decisa modifica editoriale: da una periodicità annuale si passava al bimensile, veniva dato molto più spazio alla cronaca sociale, sparivano inesorabilmente i ponderosi contributi monografici e ci si affidava a stringati articoli che comunque mantenevano un discreto livello qualitativo; l’alpinismo rinunciava alla “giustificazione” scientifica del suo stesso esistere e pragmaticamente affermava il suo motivo d’essere tout court. I primi 6 numeri ebbero un formato insolito di 22 cm, in seguito la rivista acquistò le dimensioni che sussistono tuttora. Alla direzione venne chiamato Gustavo Chiesa. Con il 1° numero della terza annata assistiamo al cambio del direttore e della tipografia: da Ugo Grandi di Rovereto allo Stabilimento lit. tip. Scotoni e Vitti di Trento; nuovo direttore venne nominato Mario Scotoni. Questa prima fase nella vita del Bollettino è caratterizzata da contributi di discreto livello. Gli articoli riguardano quasi esclusivamente argomenti di interesse locale, ma non mancano alcuni interessanti resoconti di viaggi – ad esempio quello di Vittorio Ronchetti nel Caucaso – e studi di meteorologia che continuano la tradizione degli Annuari.

Nel 1919-20 la SAT aderì al CAI, l’importante avvenimento ebbe riflessi anche sul Bollettino che divenne: Bollettino della Società degli alpinisti tridentini sez. del Club alpino italiano: rivista alpinistica. Il numero di ottobre-dicembre del 1922 chiude questa prima fase della vita del Bollettino. Si può considerare alla stregua di una curiosa parentesi l’esperimento della Gazzetta del turismo e dello sport, che come specificato nel complemento del titolo era: organo ufficiale della Società degli alpinisti tridentini (sezione del Cai). In realtà sulla Gazzetta trovavano spazio argomenti disparati a scapito dell’alpinismo e della cronaca sociale, frequenti errori di paginazione e numerazione dei fascicoli e un formato inconsueto di 33 cm, contribuirono a decretare il fallimento dell’iniziativa durata dal 1923 al 1924. Nel 1946 la SAT riprese a pubblicare il Bollettino mensile, diretto da Enrico Graziola e stampato dalla Tipografia Aor di Trento. Il periodico risentiva dei tempi magri: carta povera, poche pagine e poche illustrazioni; verrà pubblicata sino al 1948 e poi sospesa per mancanza di fondi. Importante però è la frequenza mensile della periodicità, sintomo di una volontà di riallacciare saldamente il rapporto con i propri soci. Altra importante novità è la nascita delle Sezioni SAT – precedentemente i soci decentrati erano rappresentati dai Delegati – e lo spazio che esse ricevono sulla rivista. Lo stesso Graziola nel 1949 inaugura la serie di Montagne e uomini, rivista mensile di varia umanità edita dalla SAT che si stacca completamente dal Bollettino per finalità e contenuti: non è l’organo ufficiale del Sodalizio, l’attività dello stesso non è citata, benché sia preponderante l’argomento montagna e alpinismo, numerosi articoli riguardano l’arte figurativa, la letteratura, il teatro ecc.

Nel 1954 il Bollettino riprende finalmente in modo regolare. Il presidente della SAT Giuseppe Stefenelli insedia alla direzione Carlo Colò: viene dato maggior spazio all’attività di segnatura e manutenzione dei sentieri, proseguendo in tal senso l’opera di Giovanni Strobele che già sulle annate dal 1946 al 1948 aveva approfondito queste tematiche. Un secondo filone di articoli che spesso trovarono ospitalità sul Bollettino fu quello riguardante il Corpo Soccorso Alpino, che Colò con Scipio Stenico e Mario Smadelli, fondò all’interno della SAT nel 1952 e organizzò in maniera esemplare in Trentino. Tra le iniziative meritorie è senz’altro la ripubblicazione dell’appello alla Tridentum di Giovanni Battista Trener Per lo studio di casa nostra, un programma di attività che non ha perso di valore. Tipica di quegli anni è anche una curiosa vis polemica che percorre alcuni articoli – ad esempio gli Schizzi dal vero di Quirino Bezzi – in difesa della montagna e contro l’assalto di improvvisati alpinisti. Il tono è simile alla Montagna presa in giro di Bepi Mazzotti, con una punta di malizia in più. Alla scomparsa di Colò, nel 1964, subentrò Quirino Bezzi, eclettica figura di storico, poeta dialettale, giornalista, cultore della Val di Sole, attivo in numerose associazioni.  La multiformità dei suoi interessi ebbe un positivo riflesso sul Bollettino, che sotto la sua direzione conobbe un periodo particolarmente felice. Con Bezzi perdeva quelle connotazioni velatamente nazionalistiche che aveva assunto con la precedente direzione, anche se inevitabilmente manteneva un particolare interesse verso la storia risorgimentale e irredentista. Con il n. 3 del 1976 Bezzi è nominato direttore responsabile e Romano Cirolini redattore a capo di un comitato composto tra gli altri da Franco de Battaglia e Achille Gadler: il Bollettino inevitabilmente ne guadagna in qualità e capacità di attrarre l’interesse del lettore, seppellendo definitivamente l’ascia irredentista-patriottica in favore di quella protezionista. Con il 1° numero del 1985 Gino Callin Tambosi affianca in qualità di direttore, il direttore responsabile Bezzi. Migliora la grafica, si snelliscono gli articoli e acquistano maggiore importanza le illustrazioni. Il comitato di redazione presenta i soliti affidabili: de Battaglia, Gadler e Cirolini con l’aggiunta di Bruno Angelini. Di questo periodo è il supplemento al Bollettino n.4 del 1985: Per una montagna libera. I curatori – Bezzi, Franco de Battaglia, Gino Tomasi e la Commissione tutela ambiente montano della SAT – realizzano una felice sintesi di amore per la montagna, risolutezza nel difenderla da ogni rozzo attacco e ispirazione ai più alti ideali della SAT. Il 2° numero del 1988 segna una piccola rivoluzione: Quirino Bezzi unico direttore responsabile e comitato di redazione notevolmente accresciuto: de Battaglia, Bombarda, Benedetti, Bizzaro, Cirolini, Fedrizzi, Gadler, Marzatico e Merlo. Nello stesso anno un’altra iniziativa che segna una svolta nella vita del Bollettino e della SAT: il supplemento Il sentiero di San Vili.  Erede del San Vili è il sentiero Garda-Brenta del quale recentemente è stato pubblicato un numero monografico (Bollettino numero 2-3 del 1998) e il Sentiero naturalistico Vigilio Marchetti descritto nel numero 4 del 1994. Con il 2° numero del 1989 avviene un cambio alla direzione del Bollettino, motivato dalla scomparsa di Bezzi al quale succede Franco de Battaglia. Dalla ricostituzione della Commissione scientifica e dalla qualificata attività del Comitato glaciologico, scaturiscono interessanti numeri monografici sui ghiacciai trentini e sulla flora periglaciale. L’altra novità importante è costituita dalla sempre maggior attenzione dedicata ai rifugi alpini e alle relative ristrutturazioni operate in quegli anni e che continuano tuttora.

Nel 1992 la SAT compiva 120 anni e per ricordare questo importante anniversario veniva pubblicato il numero monografico del Bollettino SAT n.3 del 1992: L’attività 1982-1992 : numero speciale per i 120 anni della SAT. Il passaggio di testimone alla direzione – con il 1° numero del 1994 – tra de Battaglia e Marco Benedetti non porta alcun cambiamento sostanziale al Bollettino: accurata veste grafica, spazio a resoconti di spedizioni extraeuropee, attività delle Commissioni – in particolare Scientifica, Sentieri, Rifugi e Tutela ambiente montano – e spazio alle Sezioni che trovano nell’annuale supplemento: In gita con le Sezioni SATt, un prezioso strumento per divulgare la loro attività. Nel 1998 e nel 2000 escono i due volumi dell’Indice generale dei periodici SAT realizzato dalla Biblioteca della montagna-SAT e, a partire dal numero 3-4 del 2002, la redazione trova sede presso la Biblioteca della montagna-SAT che ne cura anche l’impaginazione. Nel 2019 avviene un importante mutamento grafico e l’anno dopo il periodico cambia cadenza, da trimestrale a quadrimestrale.

Indice Annuario SAT 1874-1931
e Bollettino SAT 1904-97

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