Progetto Laboratorio Alpino: ” Le Dolomiti in Biblioteca”

Ormai da diversi anni la SAT ha stipulato una convenzione con la Provincia Autonoma di Trento il cui fine è promuovere e diffondere i valori intrinsechi al riconoscimento delle Dolomiti come Bene UNESCO.
Ecco quindi che vi presentiamo questa breve serie di episodi in cui abbiamo provato a raccontare in modo originale la bellezza delle Dolomiti.
Grazie ai libri e ai documenti conservati nel Fondo Dolomiti UNESCO della Biblioteca della Montagna SAT, abbiamo raccontato alcuni degli eventi che hanno segnato la storia dolomitica.

I primi esploratori

Continuiamo a parlare della storia delle Dolomiti, questa volta in particolare delle prime ascensioni. Le prime storicamente note sono state realizzate da importanti alpinisti, mossi sia dal desiderio di conoscere luoghi inviolati sia spronati da una sorta di gara tra nazioni per ottenere il primato della conquista delle vette. In verità però gli alpinisti non furono assolutamente i primi a esplorare le montagne, ma i valligiani.
Fin da tempi immemori i valligiani salivano le montagne per motivi di necessità, principalmente per procurarsi da mangiare. La differenza sostanziale dalle ascensioni alpinistiche sta nel fatto che i valligiani sfortunatamente non hanno mai lasciato niente di scritto del loro passaggio.
E se ripensiamo alle origini dei nomi delle montagne, è sempre dei valligiani il merito di alcuni toponimi con cui tutt’ora le riconosciamo. Anche per i nomi vale la stessa regola delle salite: venivano dati solo per motivi di utilità, spesso legati alla suddivisione della giornata, per questo molte cime hanno nomi come Sasso delle Dieci, delle Undici e così via.
Dopo i valligiani, i primi cosiddetti alpinisti – non nel senso che scalano le pareti verticali ma che salgono le cime – sono i botanici, figure che diventano fondamentali nella conoscenza delle montagne. E questo non vale solo per le Dolomiti, ma per tutto l’arco alpino.
Per quanto riguarda il Trentino, i botanici saranno protagonisti di alcune prime ascensioni dalla metà del Cinquecento fino almeno alla fine del Settecento.
La prima salita documentata risale al 1554 da parte del naturalista veronese Francesco Calzolari che raggiunge la cima del Monte Baldo. A noi potrà sembrare una salita facile, ma se consideriamo i tempi e la mancanza di informazioni e riferimenti, fu senza dubbio un’escursione di una certa importanza. 

John Ball: inizia la storia dell’alpinismo dolomitico

Lungo i secoli sono talmente tanti i botanici pionieri che non fa strano scoprire che fu proprio un botanico e alpinista a inaugurare storicamente l’alpinismo dolomitico.
Stiamo parlando di John Ball: nato in Irlanda, fu il primo presidente dell’Alpine Club e poi socio onorario della SAT. Egli deve la sua fama non solo alle importanti ascensioni compiute ma, soprattutto, al suo lavoro di ricerca scientifica – oltre che botanico fu glaciologo – e alla sua vastissima conoscenza delle Alpi che attraversò più di 60 volte lungo 40 passi diversi e molti altri valichi.
Ed è proprio da questi lunghi viaggi che nascono le sue dettagliate guide alpinistiche, prime in assoluto della catena alpina. Si tratta di una grande guida divisa in tre volumi, pubblicati tra il 1863 e il 1868, seguendo la divisione geografica delle alpi e si intitolano Le Alpi Occidentali, Le Alpi Centrali e Le Alpi orientali.
Tra le ascensioni che Ball compie, ce ne sono due di assoluta importanza perché storicamente segnano l’inaugurazione dell’alpinismo dolomitico. La prima è la salita del Pelmo nel 1857.

Il Pelmo

I suoi viaggi lo portano a Bassano del Grappa dove nel 1856 conosce e sposa Elisa Parolini; questo matrimonio gli permetterà di vivere molti anni in Italia e, proprio Bassano, è il punto di partenza verso il Cadore per l’ascesa al Pelmo, che crede essere la montagna più alta del bellunese. Il 9 settembre Ball parte accompagnato da un cacciatore della zona che sostiene di conoscere la via di salita alla vetta, e infatti ci riusciranno.
Dal resoconto pubblicato nell’Alpine Journal del 1873, si capisce ciò che colpì maggiormente l’alpinista, ovvero come il percorso non fosse visibile se non da una distanza ravvicinata, come se si aprisse e chiudesse al passaggio degli uomini.
Invece, il tratto più famoso dell’ascesa è sicuramente il passaggio rinominato da Ball “Passo del gatto” perché obbligava chiunque volesse passare a sdraiarsi e strisciare.
Superato questo difficile passaggio, i due continuano senza grandi difficoltà per un canalone e rocce friabili, dove la guida si ferma lasciando che Ball arrivi in vetta da solo. Dal testo è anche interessante vedere come il territorio bellunese venisse chiamato Tirolo Veneziano.
Questa ascensione viene considerata l’inizio dell’alpinismo in Dolomiti, anche se non possiamo definirla come prima ascensione assoluta. Come si diceva all’inizio, i valligiani salirono le montagne ben prima dell’arrivo degli alpinisti veri e propri.
Nel caso del Pelmo la prova si trova all’interno del libro Die Venetianer Alpen pubblicato nel 1844 da Fuchs, un ingegnere minerario che raccolse l’altitudine di varie cime e luoghi come Bassano, Belluno, il Civetta… Se si osservano le altezze, vicino ad alcuni numeri troviamo tra parentesi la sigla TR mentre in altri no. Questo perché Fuchs, per il poco che conosciamo, non compì alcuna ascensione. Egli misurava dal basso le cime inviolate mentre delle altre o dei luoghi chiedeva informazioni o cercava notizie certe.
Se guardiamo il Pelmo, vediamo che non c’è alcuna sigla.
Questo vuol dire che qualcuno deve averlo informato dell’altezza certa, e che quindi, già nel 1844 la montagna era stata salita, anche se sfortunatamente non sappiamo da chi.

Il passaggio per la Bocca di Brenta

La seconda importante escursione considerata come l’inizio dell’alpinismo dolomitico è la traversata da Riva a Pinzolo, attraverso Molveno e la Bocca di Brenta, effettuata da Ball nel 1864 e raccontata dallo stesso nell’Alpine Journal del 1863-64.
Anche se si tratta di un brevissimo articolo in chiusura dell’annuario, è molto importante perché è il primo testo pubblicato sull’Alpine Journal che parla delle Dolomiti.
Il 22 luglio Ball parte per la traversata accompagnato dal cacciatore Bonifacio Nicolussi, colui che due mesi dopo guiderà per lo stesso percorso Julius von Payer.

Il racconto è una dettagliata descrizione delle strade da lui percorse prima per arrivare a Molveno e poi per la Bocca di Brenta, attraverso la Val delle Seghe. Si legge che, arrivati sotto i Massodi, oltre che rifocillarsi, da buon botanico raccoglie dei campioni dalle rocce circostanti.
Giunti alla bocca, la descrive come una “vera e propria porta d’ingresso larga circa quindici piedi, tra due arditi pinnacoli di roccia”.
In verità anche in questo caso, come per il Pelmo, non siamo davanti alla prima ascensione assoluta.
Che la Bocca di Brenta fosse già stata attraversata lo testimonia una carta topografica allegata a La Naunia descritta al viaggiatore (l’attuale Val di Non) opera del 1829 di Gioseffo Pinamonti. Non sappiamo chi attraversò il passo, ma nella cartina è evidente come il percorso tratteggiato passi anche per il cosiddetto “passo per Rendena”, ovvero la Bocca di Brenta. 

Non solo pionieri britannici… 

Sicuramente, per numero di salite e capacità divulgativa, i veri pionieri dell’alpinismo sono stati i britannici, però questo non deve offuscare le altrettanto importanti conquiste ottenute da alpinisti di altre nazionalità. Tra questi i più famosi sono sicuramente Payer, che negli stessi anni di Ball effettua decine di prime ascensioni tra cui la prima all’Adamello proprio nel 1864, e Paul Grohmann, alpinista viennese che emerge tra i britannici per la sua bravura, effettuando la prima salita alla Marmolada sempre nel 1864 e successivamente è il primo a scalare in Dolomiti. 

Guarda il video sul canale YouTube della SAT

Le Dolomiti in Biblioteca

Il progetto è parte integrante della convenzione stipulata tra la Provincia Autonoma di Trento e la Società degli Alpinisti Tridentini (SAT). Quest’ultima, firmando la convenzione, già da diversi anni, si impegna in maniera continuativa nel promuovere e diffondere i valori intrinsechi al riconoscimento delle Dolomiti come Bene UNESCO.
Negli anni precedenti, presso la Biblioteca della Montagna – SAT, all’interno della “Casa della SAT”, era stato istituito il “Laboratorio Alpino e delle Dolomiti – Bene UNESCO”: un luogo liberamente e facilmente accessibile in cui si tenevano attività finalizzate a stimolare la partecipazione attiva e la presa di coscienza del valore delle Dolomiti – Bene UNESCO.
La finalità – nonché fondamenta della convenzione – è la diffusione e valorizzazione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Quest’anno però, a causa dell’emergenza sanitaria, essendo difficile, se non impossibile, realizzare eventi che coinvolgano direttamente il pubblico, si è optato per l’utilizzo dei canali social nella loro funzione di strumento divulgativo.
Il risultato sono una serie di brevi video che, attraverso il racconto di varie tematiche, prendendo spunto dai documenti conservati nel Fondo Dolomiti UNESCO della Biblioteca della Montagna-SAT, vogliono contribuire alla conoscenza e diffusione della valorizzazione, conservazione e promozione delle Dolomiti – Bene UNESCO.
Sono sei episodi a sé stanti, legati tra loro dallo stesso complesso Dolomitico, di cui si racconterà la storia attraverso vari punti di vista, partendo dalle origini, le prime ascensioni, passando per l’alpinismo femminile fino ad arrivare a oggi.
Delle Dolomiti, se ne è parlato tantissimo e se ne conosce ogni angolazione. Per questo motivo l’obiettivo, e desiderio, di questi episodi vuole essere quello di provare a raccontare questo stupendo complesso in un modo diverso, originale.
Non direttamente tra le montagne stesse, ma tra i libri e i documenti, beni inestimabili in quanto testimoni che conservano la storia dolomitica.

 


Le Dolomiti in Biblioteca

Testi e voce narrante: Silvia Miori
Fotografie e video: Riccardo Avola
Coordinamento: Riccardo Decarli, Biblioteca della Montagna 

Bibliografia

  • Ad Est del Romanticismo: 1786-1901, alpinisti vittoriani sulle Dolomiti, Vol. 2, F. Torchio, R. Decarli, 2013;
  • 1864-2014. CENTOCINQUANTA: la nascita dell’alpinismo in Trentino, 2014;
  • The Alpine Journal, Vol. 1, 1863-64;
  • The Alpine Journal, Vol. 6, 1874;
  • Die Venetianer Alpen, D. W. Fuchs, 1844.