Le Commissioni consultive della SAT: ogni settimana incontriamo le Commissioni e i Comitati della SAT, scopriamo le attività, le competenze, i progetti, dalla viva voce dei Presidenti.

In questa puntata conosciamo meglio l’attività della Commissione Rifugi della SAT in compagnia del Presidente Sandro Magnoni.
Con 34 Rifugi, 19 bivacchi e 20 strutture d’appoggio la SAT garantisce l’ospitalità in quota sulle montagne del Trentino.
Punti di riferimento stabili per tutti gli alpinisti i rifugi sono sempre più luogo di accoglienza e incontro sociale.
L’intervista è moderata da Elena Baiguera Beltrami, Ufficio Stampa SAT.

EBB: La Commissione Rifugi nasce in contemporanea alla nascita della SAT.

SM: Da quando è nata la SAT ed è iniziata la costruzione dei primi rifugi c’è sempre stato un gruppo di persone che si è occupato della gestione degli stessi, anche se non si parlava di Commissione all’inizio.
C’è sempre stato uno stretto rapporto tra la SAT e i rifugi. Fin dagli ultimi anni dell’800, poi nel dopoguerra quando i territori del nord sono diventati italiani e quindi molti rifugi sono passati sotto la proprietà della SAT.

EBB: La vostra è una Commissione di grande peso, sia economico che di responsabilità.

SM: La Commissione oggi è composta da 10 membri e un referente del consiglio, Roberto Bertoldi, anche vice Presidente della SAT, e dal tecnico, Geometra Livio Noldin. La Commissione è composta da molti tecnici e professionisti di diversi settori, al fine di poter progettare internamente interventi mirati dal punto di vista pratico e tecnico. Nella commissione si privilegiano competenze specifiche che risultano necessarie.

EBB: È stato un anno particolare per i rifugi a causa del Covid,, non si tratta di un buon momento per i rifugisti che gestiscono le case alte. 

SM: Oggi sono usciti i dati dell’Associazione Rifugi Trentino, di cui fanno parte quasi tutti i gestori SAT, e la situazione non è per nulla semplice, risulta molto impegnativa. Dobbiamo comunque sottolineare come prima di cominciare la stagione estiva, nel momento in cui sono uscite le regole di gestione dei rifugi per contenere i rischi, i gestori si sono impegnati per apportare tutti gli interventi necessari alla garanzia della sicurezza.

EBB: Come valuti la clientela che ha frequentato i rifugi la scorsa estate? Credi fosse una clientela rispettosa?

SM: Il pubblico dei rifugi quest’anno è stato molto diversificato. I rifugi con quote più basse hanno visto l’aumento del numero degli avventori e in alcuni casi si sono creati problemi nella gestione e nell’organizzazione. Si è anche notato un certo disagio tra le persone, infastidite dalle attese, dalle norme di distanziamento. I gestori segnalano quindi una difficoltà in questi termini.
Abbiamo rilevato un forte calo del numero degli stranieri e questo ha influito negativamente sulla stagione.

EBB: La SAT si è occupata in numerosi incontri con i rifugisti durante questo anno così particolare. 

SM: Si, abbiamo fatto molti incontri da remoto, partendo in periodo primaverile, prima della riapertura, per capire quale fosse il comportamento migliore da adottare nel momento dell’apertura. 

EBB: Quanti sono in totale i rifugi SAT?

SM: In tutto sono 34, 31 alpini e 3 escursionistici, a bassa quota, raggiungibili anche in auto.

EBB: Sono in corso molti interventi importanti sui rifugi. 

SM: Uno dei compiti più importanti della SAT è legato alla progettazione e alla programmazione degli interventi sui rifugi. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un grosso lavoro per la messa a norma dei rifugi, a seguito delle disposizioni del 2014, in materia antincendio. Si tratta di una normativa molto restrittiva, a volte difficile da applicare su strutture con una lunga storia come molti dei rifugi.
Questi interventi sono stati apportati sulla quasi totalità dei rifugi e saranno ultimati entro la fine dell’anno, limite per la messa a norma.
Questi interventi sono stati possibili anche grazie all’intervento della Provincia Autonoma di Trento che, seguendo la legge 8 del ’93, supporta anche dal punto di vista economico la SAT poiché il rifugio è considerato un presidio del territorio montano.

EBB: a proposito di ristrutturazioni recenti, saprai che l’attenzione è puntata soprattutto su due dei nostri rifugi: il Rifugio Boè, dove i lavori sono in dirittura d’arrivo, e il Rifugio Tonini, che ha subito un incendio nel 2016. 

SM: Il Rifugio Boè, è stato costruito dal Club Alpino Tedesco alla fine dell’800. Si tratta della ristrutturazione più importante che SAT abbia affrontato negli ultimi anni. Un lungo iter che ha visto nel 2017 l’approvazione del progetto e ora, dopo tre anni siamo quasi in dirittura d’arrivo. Si tratta di una progettazione fatta dall’ufficio tecnico interno alla SAT. Alla struttura esistente si è affiancata una nuova struttura. Per quanto riguarda la parte vecchia, sono state demolite tutte le strutture che non servivano più ed è stata recuperata la bella struttura preesistente riportata allo splendore passato. Si è trattato di un cantiere d’alta quota di alto prestigio.
Il numero di posti letto è restato invariato, mentre il numero di posti per i pasti è stato aumentato così da portarlo in linea con il numero dei posti letto. La vecchia sala da pranzo è stata recuperata e adibita a sala multifunzionale.
Una delle componenti più importanti di questo intervento è l’utilizzo di sistemi tecnologici molto avanzati. Sempre nel rispetto dei principi dei rifugi (per esempio, nei piani delle camere continuano ad esserci lavandini da cui scorre solo acqua fredda).
È stato creato un sistema di riscaldamento perché l’intento di SAT, a fronte di un investimento così importante, è quello di fare apertura anche invernale.
Siamo sull’altopiano del Pordoi Sella e quindi per poter usare il rifugio d’inverno è necessario accumulare l’acqua durante il periodo estivo. Per questo motivo nei sotterranei è stato creato un sistema di cisterne per l’accumulo dell’acqua. Il rifugio è dotato di tre circuiti dell’acqua: acqua calda, acqua normale sanitaria e un circuito che raccoglie l’acqua dei lavandini e delle docce che viene utilizzata una seconda volta per i servizi igienici.

EBB: la SAT ha sviluppato delle competenze tecniche molto avanzate. 

SM: Assolutamente si e tutte queste competenze devono essere progettate e applicate tenendo conto delle caratteristiche di ciascun rifugio.
Al Rifugio Boè lo smaltimento dei reflui non è un sistema banale visto che ci troviamo a 3000 metri. La Provincia ha deciso di portare a valle la fognatura così da non inquinare il rio sottostante. Si tratta di un lavoro importante e ingegneristicamente complesso che serve non solo il Rifugio Boè ma anche la Capanna Piz Boè. Sfruttando lo scavo delle fognature si è pensato di portare in quota la corrente elettrica, che non sarà quindi prodotta in loco con dei generatori come in passato, e la fibra ottica.

EBB: L’attenzione dei soci e di tutta la comunità è puntata sul Rifugio Tonini

SM: È bruciato a fine dicembre del 2016. Il primo anno è stato speso nella messa in sicurezza e nelle indagini. Siamo poi partiti con la progettazione della ristrutturazione del rifugio, dando l’incarico all’architetto Giacomelli (vice presidente della Commissione Rifugi del CAI) che ha presentato un progetto approvato dalla Commissione Rifugi della SAT. Il progetto è stato poi sottoposto all’attenzione del pubblico, specialmente alla comunità di Pinè. Si fece una serata molto partecipata al termine della quale si arrivò a partorire un progetto che però non ebbe l’approvazione della Provincia.
Quest’anno il nuovo progetto è stato approvato e in questo momento stiamo concordando con gli enti locali l’acquisizione di determinate aree che serviranno come servizi al rifugio. L’ultimo passaggio, che credo potremo fare all’inizio del prossimo anno, è sottoporre il progetto alla commissione edilizia del Comune di Pinè per poi procedere con l’appalto.
Mancherà solo il recupero della somma di denaro che manca per l’inizio dei lavori.

EBB: Per quanto riguarda le tempistiche?

SM: Sono convinto che entro l’anno prossimo andremo a cantierizzare il Rifugio Tonini. 

EBB: Il tuo pensiero riguardo alla situazione attuale? Un inverno che pone molti interrogativi ma non tutti negativi 

SM: È una situazione pesante ma prima di tutto bisogna pensare alla salute.
In alta quota le condizioni non sono semplici, pensiamo per esempio alla possibilità di aerazione dei locali. Con questi presupposti credo non sia conveniente aprire.
I rifugi che lavorano sulle piste sicuramente non faranno una stagione come quelle passate. Ma questa è la situazione attuale.

EBB: Sandro, facciamo un appello a tutti gli alpinisti per questo inverno

SM: Frequentate le case alte con fiducia troverete i gestori che sono il valore aggiunto dei rifugi. Sono un tutt’uno con la propria casa alta che gestiscono con dedizione e passione. 

Guarda l’intervista sul canale YouTube della SAT