KINNAUR HIMALYA – PROIEZIONE DOCUMENTARIO VENERDÌ 15 OTTOBRE ore 20.30

SAT Rovereto , SAT Besenello e SAT Vallarsa presentano il documentario “Kinnaur Himalaya” alla Sala Filarmonica in Corso Rosmini, 86 a Rovereto. Introduce l’autore Emanuele Comfortin

KINNAUR HIMALAYA IN TOUR Dalle più alte cime del Pianeta alle Alpi Orientali

Il progetto

SAT BESENELLO – SAT ROVERETO – SAT VALLARSA

50 giorni di trekking in 6 province (TV, BL, TN, BZ, VR, VI) nel cuore delle Alpi Orientali, lungo un itinerario ad anello che inizia e termina a Castelfranco Veneto. 1.000 chilometri di distanza e più di 47.000 metri di dislivello positivo, tra valli e sentieri di montagna. La sera, nel corso di 27 tappe in altrettante città è presentato il progetto Kinnaur Himalaya e proiettato l’omonimo documentario. 

Una tournée in piena regola, ispirata a quelle delle “Band” che negli anni Ottanta portavano la musica da una città all’altra girovagando in furgone. Ebbene, noi faremo lo stesso, solo che al posto delle canzoni, porteremo in tour il documentario Kinnaur Himalaya, a piedi e in bicicletta.

Dopo un intenso lavoro condotto tra il 2003 e il 2020 nella più alta catena montuosa del Pianeta, il documentario Kinnaur Himalaya (premio Mountain Wilderness al Torelló Mountain Film Festival, Spagna) arriva in tour nelle Alpi Orientali. Emanuele Confortin, regista e autore del progetto, incamminato il 3 giugno da Castelfranco Veneto, la città in cui vive. Poi ad Asolo per la proiezione inaugurale, poi attraverso il Monte Grappa fino a Feltre. Sarà questa la “porta delle Alpi” che seguendo la Via di Schenèr condurrà a Fiera di Primiero e ancora oltre, in cresta sul Lagorai, tra torrenti e pareti dolomitiche, in un percorso ad anello. Come un testimone, Kinnaur Himalaya sarà accolto in alcuni dei principali centri delle Alpi Orientali. Nel tour, come nella vita, Emanuele sarà affiancato da Monica Guidolin, antropologa e coproduttrice del documentario, che ha percorso le 27 tappe a bordo di un furgone, fornendo assistenza tecnica e logistica.

Kinnaur Himalaya in Tour si propone di divulgare il portato di un lungo lavoro di ricerca sul campo, centrato sui molteplici cambiamenti in corso in una delle zone più remote dell’Himalaya indiano. I fondi raccolti durante il tour contribuiranno a sostenere parte delle spese di realizzazione di un nuovo documentario sull’Himalaya, ambientato nello Spiti (distretto tribale al confine con il Tibet) dove vivono alcune delle comunità montane più isolate al mondo.

Seguire KINNAUR HIMALAYA significa conoscere una cultura antica, lontana migliaia di chilometri, interessata da dinamiche del tutto simili a quelle in atto (da decenni) nelle nostre Alpi; sostenere la ricerca indipendente e il lavoro sul campo a medio/lungo termine; contribuire all’avvio di un nuovo, importante progetto documentaristico nell’Himalaya indiano; partecipare ad un percorso itinerante che unisce idealmentevalli e città delle Alpi Orientali.

Questo lavoro presentato in prima mondiale al Trento Film Festival 2020, all’International Festival of Ethnological Film di Belgrado, al Nuovi Mondi Festival di Valloriate e al Torelló Mountain Film Festival, in Spagna, dove ha ottenuto il premio speciale assegnato da Mountain Wilderness International 

KINNAUR

Il Kinnaur è un distretto tribale dell’Himalaya indiano situato sul delicato confine che separa India e Cina, a lungo punto di passaggio tra la piana gangetica e l’altopiano tibetano. Siamo nella terra dei Kinnauri, abitanti originari del distretto la cui cultura attinge dal buddhismo tibetano, dall’induismo e si mescola ad antiche credenze animiste. Dopo secoli d’isolamento, negli ultimi decenni il Kinnaur ha dovuto fronteggiare le sfide di una modernità incalzante. La monocoltura delle mele è la più evidente. In trent’anni la melocrazia ha imposto nuove logiche economiche, stravolto gli equilibri sociali e sostituito antiche attività agro-pastorali. Le mele hanno portato una ricchezza prima impensabile, trasformando il Kinnaur da terra di diaspora a destinazione per migliaia di migranti, in arrivo dall’India rurale e dal Nepal. La parabola della melocrazia potrebbe però avere vita breve. Colpa della crisi idrica e del riscaldamento globale, evidenti a tal punto da rendere il Kinnaur un modello utile per comprendere gli effetti del cambiamento climatico in Himalaya.

Il progetto Kinnaur Himalaya è il risultato di un lungo lavoro sul campo condotto nel 2003, 2005, 2018 e 2019. Combinando analisi giornalistica, ricerca etnografica e reportage, l’autore è riuscito ad addentrarsi nelle dinamiche di villaggio e ad osservare da vicino una civiltà poco nota, inquadrata in un complesso processo di rinnovamento economico.

L’Autore

Emanuele Confortin, classe 1978, è giornalista e documentarista indipendente. Ha realizzato diversi progetti a medio-lungo termine in Asia, Medio Oriente ed Europa. Scrive per quotidiani e periodici, online e cartacei, interviene periodicamente in radio, anche se come mezzo di narrazione predilige il documentario. È cofondatore e direttore responsabile della rivista Alpinismi.com e di Indika.it. Per ulteriori dettagli si rimanda alla biografia nel sito personale www.emanueleconfortin.com

@photo credits by Emanuele Confortin